GIANNI DE TORA

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1980 Galleria Il Cortile di Bologna 6-26 Dicembre

 
ARTICOLO DI LINO CAVALLARI SU “IL RESTO DEL CARLINO” DI BOLOGNA DEL DICEMBRE 1980

GUIDO TATAFIORE: LA FAMA DOPO LA SCOMPARSA?

Povero GUIDO TATAFIORE morto in età ancor giovanile nella sua Napoli per effetto del terremoto. Ora che un insulto cardiaco se l'è portato via mentre al Circolo ''Il Cortile'' di via Castiglione 28 è in corso la sua mostra insieme con altri 6 geometristi napoletani - Renato Barisani, Gianni De Tora, Carmine Di Ruggiero, Riccardo Alfredo Riccini, Giuseppe Testa e Riccardo Trapani, riuniti in gruppo da Bruno D'Amore sotto il titolo ''Geometria e ricerca'' assume un tragico valore emblematico il suo pannello nero con la scritta ''Keep out'', ovvero fuori dai piedi che campeggia all'ingresso della galleria. Lui così bravo, come del resto i suoi festosi e immaginosi colleghi che dimostrano in modo pratico di quanti balzi poetici possa nutrirsi la fantasia anche dentro gli schemi rigidi di spazi logici e definiti, ha avuto bisogno di uscire di scena per affermare la propria individualità anche oltre la ristretta cerchia di estimatori dell'arte concreta. Ben giustificato appare dunque il pessimismo del nipote ''transavanguardista'' Ernesto Tatafiore che, a torto o a ragione, ha raggiunto in tempi più brevi una fama superiore alla sua e che, giusto un anno fa, alla ''Fabjbasaglia'' rese nota la propria sfiducia negli insegnamenti della storia e nella dignità della illuministica Dea Ragione. A parte questa considerazione, l'attuale rassegna dei 7 è quanto mai godibile e coinvolgente.

 
ARTICOLO DI BRUNO D'AMORE SULLA RIVISTA '' GALA INTERNATIONAL '' N. 99 DEL MARZO 1981

GRUPPO GEOMETRIA E RICERCA

Alla Galleria Il Cortile di Bologna, mostra del gruppo napoletano che ha assunto il nome di "Geometria e ricerca", ben noto anche per lo splendido libro di L.P.Finizio pubblicato a Napoli recentemente ("L'Immaginario Geometrico"). Purtroppo il tremendo disastro provocato dal recente terremoto ha mietuto tra le altre vittime, proprio un componente attivo del gruppo, quel Guido Tatafiore, così vicino ad esperienze che superavano gli angusti confini tipicamente geometrici per farsi scrittura, messaggio "altro", ricerca concettuale. Il gruppo ha voluto ricordarlo, rendendogli omaggio, ponendo sue opere proprio in ingresso di galleria, all'immediata attenzione dei visitatori. D'altra parte, le opere si presentano da sole. Estremamente diverse come stile pittorico, come canoni espressivi, tutte hanno come unico referente comune il fatto geometrico, non visto però in modo riduttivo, iconico, ma come meta-riferimento mentale, direi come struttura lessicale portante. Renato Barisani, Gianni De Tora, Carmine Di Ruggiero, Riccardo Riccini, Giuseppe Testa e Riccardo Trapani, insieme alle opere ricchissime di Guido Tatafiore, hanno così la possibilità di mostrarsi in modi diversi, ma singolarmente uniti, sfaccettature polimorfe della stessa identità culturale, quella partenopea, così bene messa in evidenza nel libro di Finizio. Si scopre così che in una città da troppo tempo considerata solo emozionalmente suggestiva vive da sempre una tendenza razionale che ha dato luogo a più d'una generazione di artisti assai vicini alle ricerche geometriche più formali legate ad un astrattismo di maniera, ma recuperate ad una lettura esclusivamente sintattica. Si presta bene anche a galleria, stretta e lunga, ad una manifestazione corale così suggestiva, con richiami latenti e pure con differenze (non ambigue, genuine). In catalogo, Finizio e il sottoscritto colgono solo l'occasione di presentare il gruppo; fatto inutile, data la notorietà di esso, ma sempre importante in una città ora sonnolenta, svogliata, distratta, come sembra essere questa Bologna degli ultimi tempi.

 
Le immagini del catalogo pieghevole
 
 
 
 
TESTO DI PRESENTAZIONE DI BRUNO D'AMORE SUL PIEGHEVOLE-CATALOGO DELLA MOSTRA

Il gruppo « Geometria e ricerca»

Sette Napoletani sotto l'egida di un titolo così accattivante, così stimolante, che è giocoforza, soggiacere alla tentazione di analizzare non solo le linee comuni, soprattutto costituite, pare, da quella che Finizio ha chiamato «Immaginazione» nell'uso della costante geometrica; ma pure analizzare i singoli costituenti del gruppo, dagli spazi geometrici con campiture mutevoli ma logicamente collegate di Barisani, alle serie di costruzioni quasi architettoniche di De Tora; dalle fantastiche figure mutevoli ma ottenute con un elemento costante e ripetitivo di Di Ruggiero, agli studi analitici, quasi dissacranti sulla Divina proportione di Riccini; dalle superfici aperte e dagli spazi concreti di Tatafiore, alle elementari strutture di sicuro effetto di Testa, per finire con le analisi quasi figurali di elementi all'apparenza iconici di Trapani. Sono presenti tutte o quasi le componenti possibili, in un delicatissimo gioco di equilibrio che vede davvero la geometria come elemento dominante, quasi una sfida a chi crede terminata ogni ricerca su questo ampio tema, sempre aperto.

 

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